Psicologo e psicoterapeuta, cosa cambia?
Psicologo e psicoterapeuta sono due professioni che spesso vengono confuse: i due ruoli possono venire scambiati per la stessa cosa o in genere, per chi non è dell’ambito, non hanno una chiara distinzione. Ogni professionista, a seconda del titolo che ha raggiunto, ha svolto determinati percorsi di formazione e per questo motivo possono esistere: psicologi, psicologi-psicoterapeuti e infine medici-psicoterapeuti.
Iniziamo per punti: chi è lo psicologo?
In Italia per esercitare la professione di psicologo bisogna laurearsi in Psicologia, ovvero portare a termine i 5 anni di un percorso universitario basato su una scienza che studia la psiche e che analizza i fenomeni e i processi psichici, mentali e affettivi.
Una volta conseguita la Laurea in Psicologia si prosegue con lo svolgimento di un tirocinio pratico e formativo, della durata di un anno, presso Dipartimenti o Istituti di discipline psicologiche oppure all’interno di Enti pubblici e privati.
Al termine del tirocinio è necessario superare l’Esame di Stato per l’abilitazione alla professione e infine fare la relativa iscrizione all’Albo professionale. Solo dopo aver ottenuto l’iscrizione all’Albo uno psicologo può iniziare ad avere un’attività privata.
E chi è lo psicoterapeuta?
Lo psicoterapeuta è una persona che dopo aver iniziato a praticare l’attività di psicologo con attività in proprio o in altri ambiti, decide di arricchire la sua formazione specializzandosi nella pratica psicoterapeutica.
Le Scuole di specializzazione in Psicoterapia sono in genere private e riconosciute dal MIUR, hanno una durata di 4 anni e possono accedervi sia gli psicologi sia i medici, iscritti ai rispettivi Albi professionali (per questo motivo oltre agli psicologi-psicoterapeuti esistono anche i medici-psicoterapeuti).
In queste scuole, durante la formazione personale, vengono appresi concetti utili e strumenti per intervenire sul disagio psichico. Per tutto l’arco dei 4 anni lo psicologo (o il medico) in formazione, oltre a partecipare ai seminari dei corsi, è tenuto a svolgere un tirocinio formativo continuativo che consente di acquisire maggiori capacità applicative e di intervento, soprattutto grazie ad un lavoro di supervisione costante.
Quindi, nella pratica, che differenza c’è tra un percorso di sostegno psicologico e una psicoterapia?
Il sostegno psicologico è un percorso che serve a definire e comprendere le problematiche vissute. La finalità è quella di conoscere la sofferenza portata dall’individuo, valutare le risorse e pianificare un ciclo definito di incontri per promuovere il benessere e ristabilire l’equilibrio psicologico. Durante gli incontri la persona viene supportata e aiutata per gestire al meglio il proprio disagio e trasformarlo promuovendo la capacità di trovare un nuovo significato al proprio malessere.
La psicoterapia, invece, interviene in termini strutturali sulla personalità dell’individuo. I tempi di lavoro sono generalmente medio-lunghi, la finalità è quella di promuovere un cambiamento profondo per mezzo di un processo interpersonale consapevole volto a trasformare situazioni di sofferenza, attraverso tecniche che differiscono per diverso orientamento teorico a cui si rifanno.