• Attività professionali

Ambiti di intervento psicoterapeutico

Mi occupo di sostegno psicoterapeutico e mi rivolgo a individui, coppie di persone e gruppi che attraversano difficoltà nell’arco di vita che va dalla prima età adulta a quella matura. 

Di seguito sono riportate le prevalenti aree di intervento di cui mi occupo:

DIFFICOLTA’ RELAZIONALI

E’ intorno alle relazioni che si organizzano costellazioni di significati: si impara a diventare persone attraverso le interazioni con gli altri.

L’essere umano è concepito come un generatore di significato e l’emergere, lo svilupparsi e l’arricchirsi del senso soggettivo avviene soprattutto per mezzo delle relazioni con gli altri significativi.

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Fin da quando si è bambini la ricerca della relazione deriva inizialmente da fattori istintivi e innati. In età più matura la seguente spinta a creare e mantenere le relazioni è una disposizione umana centrale e un fattore cruciale nell’organizzazione dell’esperienza.

Sia esperienze piacevoli che esperienze dolorose creano le basi di interazione tra noi e gli altri. Il desiderio di contatto e di legame alimentano le relazioni umane e permettono di dare forma all’’esperienza riflessiva di se stessi e alla nostra identità.

Siamo costantemente immersi in una rete di relazioni: sentimentali, familiari, amicali, sociali, lavorative. Il flusso di queste relazioni è nel tempo una corrente continua di pensieri, sentimenti, sensazioni e desideri che operano modificazioni continue.

Impulsività, aggressività, isolamento ed inibizione, difficoltà nelle relazioni sentimentali, difficoltà con la propria famiglia, sono tutti aspetti che possono emergere nelle relazioni con gli altri. Più l’individuo impara a riconoscere e conoscere l’intrecciarsi delle esperienze proprie e altrui, più la soggettività si arricchisce, la sicurezza del proprio mondo interno diventa più integrata ed egli diventa protagonista attivo delle proprie relazioni e della propria vita.

DISTURBI DELL’UMORE

L’umore è il sottofondo delle nostre giornate, è sempre con noi e influisce su ogni cosa che facciamo, su come ci sentiamo stando da soli o in mezzo agli altri, su come consideriamo il futuro e su come pensiamo al passato: l’umore influenza i sentimenti e i pensieri, ma anche le condizioni fisiche e il modo di agire.

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Ciascuno ha momenti e periodi di felicità e di tristezza e un tono dell’umore di base con cui affronta la vita di tutti i giorni. Alcuni hanno un umore tendenzialmente positivo e si scoraggiano solo di fronte ad eventi molto gravi; altri sono sempre afflitti e raramente si sentono emergenti e vitali; altri ancora cambiano umore a intervalli brevi, anche nell’arco di poche ore.

L’umore può declinarsi secondo due dimensioni fondamentali: una positiva e piacevole, l’altra negativa e spiacevole, inoltre entrambe le dimensioni possono presentare diverse sfumature in termini di intensità e durata.

Il confine tra un umore funzionale e bilanciato e un umore che richiede l’attenzione di un clinico è contraddistinto da stati di sofferenza pervasivi e imprevedibili che possono trascinare verso il basso, salire troppo in alto o infine mutare in maniera eccessivamente altalenante.

Lo psicologo aiuta a esplorare le potenziali cause e focalizzare in maniera più cosciente ciò che influisce sul tono dell’umore. Attraverso i percorsi di sostegno psicologico si può raggiungere il controllo su improvvisi cambiamenti di umore e può essere più facile affrontare i problemi sottostanti, senza esserne travolti.

ANSIA, PAURA E PREOCCUPAZIONI

Sentirsi agitati capita quando delle situazioni vengono percepite come stressanti o pericolose. Quando questo accade il nostro metabolismo entra in uno stato di allerta, il corpo si attiva senza la nostra volontà e ansia e paura prendono il sopravvento.

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Le reazioni ansiose hanno una funzione adattiva nella vita di tutti i giorni, possono manifestarsi attraverso vari livelli di intensità e diversi sono i contesti che possono dargli origine. A volte capita che la funzione adattiva dell’ansia possa sfociare in comportamenti poco vantaggiosi per l’individuo: un conto è sentirsi ansiosi o spaventati per un impegno o un incontro importante e difficile, altra cosa è essere talmente in ansia da non riuscire ad affrontarla sin da decidere di evitare l’impegno in questione.

L’ansia rappresenta tutte quelle preoccupazioni che abbiamo su cose che potrebbero accadere o che, in realtà, sembrano poter accadere. Il pensiero è fonte continua di preoccupazione e prende il dominio sulle azioni quotidiane condizionando e limitando l’esperienza quotidiana. Lo stato psicologico entra in un circolo vizioso di pensieri e crea una condizione di continua tensione emotiva, di insicurezza e di apprensione verso se stessi.

Molte persone pensano che situazioni o eventi causino ansia. Spesso, tuttavia, sono i nostri pensieri o interpretazioni a creare agitazione. A volte l’ansia può derivare da una paura di cui l’individuo non ha consapevolezza. Il sostegno dello psicologo accresce le risorse della persona per aiutare a riconoscere le fonti che generano ansia, gestire e avere maggiore controllo e consapevolezza dei propri pensieri.

ABUSO DI SOSTANZE

Le droghe sono sostanze psicoattive in quanto agiscono sul sistema nervoso centrale e inducono cambiamenti nei comportamenti e nei processi di pensiero. L’avvicinamento ad esse può avvenire per curiosità, per la scoperta di effetti analgesici o euforizzanti oppure perchè il consumo è correlato a significati sociali o di gruppo.

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L’assunzione è in relazione al bisogno e alla ricerca di esperienze intense, alla sperimentazione di affermazione individuale o anche alla necessità di autocura rispetto a vissuti dolorosi.

Spesso queste abitudini nascono da un nucleo di vulnerabilità che può essersi innescato per diversi motivi. In generale infatti, le sostanze permettono di vivere stati emotivi positivi e di alleviare sentimenti di tensione e dolore.

La sperimentazione di sostanze non diminuisce tuttavia il rischio di innescare una dipendenza e di tramutare l’uso in abuso. La dipendenza agisce sul corpo e sulla mente. Prende forma se dopo un periodo di tempo si esaurisce presto la sensazione di benessere attraverso l’uso della sostanza, si raggiungono picchi improvvisi di abbassamento dell’umore, il desiderio della sostanza aumenta e subentra un uso incontrollato dovuto alla necessità di assumere dosi sempre più elevate per raggiungere gli effetti desiderati. Inoltre nell’ultimo decennio si è assistito al diffondersi del fenomeno del poli-abuso, per cui l’uso di due o più sostanze può essere simultaneo e ravvicinato nel tempo e avere la funzione di rinforzo o modulazione reciproca degli effetti di intossicazione o astinenza.

L’abuso di sostanze rappresenterebbe una via di fuga da un disagio e una sofferenza psichica pre-esistente. Trovare la forza e la volontà di rinunciare all’uso impulsivo di droghe, non è il vero obiettivo, ma è il primo passo verso una ricerca molto più ampia che porti a scoprire e colmare il vuoto e il dolore da cui si stava fuggendo.

MINORANZE DEMOGRAFICHE E MINORITY STRESS

I confini tra le sensazioni di benessere e sofferenza non sono universali e possono variare a seconda delle diverse situazioni culturali. La cultura fornisce contesti interpretativi, regolatori e valoriali che danno forma alle attitudini e ai comportamenti degli individui. I vissuti interiori sono, di fatto, fortemente influenzati dagli schemi culturali e dall’approccio di presa in carico in cui sono nati. L’inclusione sistematica della sensibilità culturale è una questione importante che oggi i trattamenti psicoanaliticamente orientati devono tenere in massima considerazione, insieme a specifici approcci che sappiano estendere le loro teorie ai diversi contesti socioculturali. 

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Gli stati affettivi di persone immigrate dalla loro terra di origine possono avere una grande variabilità a seconda della personalità e della situazione specifica. Le persone che appartengo a una minoranza etnica e culturale possono sentirsi ansiose o preoccupate del fatto di non sentirsi adeguate al contesto in cui vivono. Possono sentirsi tristi, isolate e sole. In alcune circostanze complesse (per esempio, al lavoro o all’inizio di una nuova relazione) possono sentirsi disforiche e vivere improvvisi cambiamenti di umore.

Si possono sperimentare, inoltre, sentimenti di ansia per il fatto di non essere compresi e di vergogna per il timore di commettere errori linguistici. Possono verificarsi oscillazioni del tono dell’umore in senso depressivo, accompagnati dal sentimento di non essere accettabili e all’altezza degli altri. Le barriere linguistiche possono essere una fonte di frustrazione in relazione al fatto, reale o immaginario, di non essere capaci di utilizzare le parole appropriate per comunicare bisogni o sentimenti profondi.

Infine è da considerare anche l’esperienza soggettiva di chi appartiene ad una minoranza religiosa, per la quale gli stati affettivi possono comprendere ansia, rabbia, risentimento, sfiducia e ostilità. Dato il potenziale potere divisivo delle differenze religiose, gli individui possono trovare difficile o impossibile avere fiducia o apprezzare le persone appartenenti ad un credo religioso diverso dal loro, in particolare se questo credo è, storicamente, in conflitto con il proprio.

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